venerdì 9 novembre 2012

Poesia su Albert Einstein

ALBERT

TU, UNICO.
APPASSIONATO DEL CREATO
E DEI SUOI MISTERI.
STUDIOSO DI PERFEZIONE
E DI VERITA'.
GUIDI IL MONDO INTERO
ALLA VERA E PERFETTA CONOSCENZA.

Poesia sui numeri

IL NUMERO, IMPORTANTE.

IL NUMERO, UN QUALCOSA
DI CUI NEANCHE TI ACCORGI.
IL NUMERO, QUOTIDIANITA'.
IL NUMERO, VERITA'.
IL NUMERO, INFINITO.
IL NUMERO, INDISPENSABILE.
IL NUMERO, UNITA' FONDAMENTALE.
IL NUMERO, LEGGE UNIVERSALE.
E SE NON CI FOSSE,
NULLA AVREBBE ALCUN SENSO.

giovedì 25 ottobre 2012

Che cos'è la Filosofia?

La Filosofia è l'Arte del ben comportarsi e del ben vivere. La Filofosia è meraviglia. La Filosofia è Dialogo. La Filosofia è Ricerca. La Filosofia è Amore per la Sapienza. Un uomo vive bene quando ha una visione del mondo piuttosto chiara, l'uomo che ha ciò, ha posto al mondo delle domande e cercato nel mondo stesso le risposte, quindi l'uomo che vive la propria vita ponendo delle domande e cercando di "auto"rispondersi vive bene perchè con le risposte alle domande può formare la propria visione del mondo. 
La Filosofia è Meraviglia, meraviglia intesa come dubbio, dal dubbio che l'uomo ha, nasce la domanda.
La Filosofia è Ricerca, l'uomo ponendo delle domande va alla ricerca delle risposte alle proprie domande e quando trova la risposta è contento e per questo vive bene.
(<<Una vita senza ricerca, non è degna di essere vissuta.>> cit. Platone)
La Filosofia è dialogo, dialogo inteso come successione di Domande e Risposte, inteso maggiormente come dialogo interiore.
La Filosofia è Amore per la Sapienza, inteso non solo come studio delle scienze, ma come impegno autentico.

Aforisma del giorno


Chi lavora impiegando la passione, non lavora mai.

Aforisma del giorno


Ogni uomo è simile agli altri, il bimbo da piccolo non è capace di scegliere le attività, ma le sue scelte inizialmente vengono condizionate dai suoi parenti, quindi l’uomo avrà le stesse abitudini dei suoi parenti. “L’UOMO VIENE CONDIZIONATO” “NON ESISTONO LE TENDENZE E LE PREDISPOSIZIONI”

Aforisma del giorno


L’uomo svolgendo delle azioni, deve sentirsi importante e determinante per l’azione, così facendo sarà un membro attivo della società.

Aforisma del giorno


Non accettare mai le cose che ti vengono dette per buone, ma verifica il loro “peso”.

Aforisma del giorno


Costringeremo l’umanità ad essere felice.

Aforisma del giorno


Sorridi anche quando stai male, c’è gente che vive con il tuo sorriso.

Aforisma del giorno


Tutto ciò che sai, non tenertelo mai solo per te, potrebbe essere fonte di ricchezza per gli ogni altro.

Aforisma del giorno


Se fai qualcosa per il mondo, il mondo se ne accorge.

Aforisma del giorno


Tutto ciò che all’uomo pare impercettibile, l’uomo non riesce ad immaginarlo perché non l’ha percepito.

Aforisma del giorno


Nell’universo tutto è infinito, perché tutto è spezzato.

Aforisma del giorno


I Numeri a partire dal due sono delle quantità finite, formate dalla somma di quantità precedenti.

Aforisma del giorno


Tutto ciò che è formato da numeri è infinito, tranne se su di esso agisce una forza.

Aforisma del giorno


Niente e Nulla è infinito, tutto ha una fine.

mercoledì 10 ottobre 2012

Poesia di Anna Maria Basile

Anna Maria Basile Anna Maria Basile ha due grandi passioni: la famiglia e la poesia. Per amore della famiglia, ha “chiuso in un cassetto” la sua laurea in Giurisprudenza. Per amore della poesia, soffre le solitudini di tutti i poeti e di tutti i tempi. La Poetessa è una donna molto sensibile e riservata, dopo la laurea in Giurisprudenza, decide doi dedicare la sua vita alla poesia, come mezzo per trasmettere i valori sacrali della famiglia, dell’identità arberesh, della pace tra i popoli, del rispetto della natura. Nel cuore della poetessa,oltre all’amore per il suo paese, c’è il forte desiderio di trasmettere alle nuove generazioni la storia delle antiche ritualità popolari italo-albanesi e la lingua per contribuire ad evitarne la scomparsa. “Scrivere per il piacere di farlo è il piacere di scrivere ciò che l’animo detta. L’animo che non sa tacere ma non sa neanche scrivere, chiede a me di farlo per decantare la bellezza della luna quando , a forma di falce, brilla nel cielo stellato e quando, già piena, si riflette sul mare e ne segue i movimenti delle onde come per giocare con essa. Sono certa che l’amore di cui tutti parlano non nascerà fino a quando l’uomo continuerà a vivere la sua vita senza rendersi conto che c’è un mondo che aspetta, di essere scoperto e vissuto intensamente”, queste sono parole di Anna Maria Basile, con le quali cerca di descrivere il suo “essere” poetessa interpretato quasi come un dovere, in quanto “volere dell’animo”. Spiagge di fuoco <>, usando queste parole la Prof. Scola introduce l’ultima raccolta di poesie di Anna Maria Basile “Spiagge di fuoco”. Il libro è stato presentato proprio nell’aula magna del Liceo scientifico statale “V.Bachelet”. Un’occasione importante per capire ed approfondire le tematiche e le ragioni delle nuove poesie della Basile, ma anche per analizzare e rivelare il significato più autentico e profondo di liriche composte e scritte rubando agli attimi e ai momenti un sottile frammento di verità. Madre Teresa di Calcutta” – Anna Maria Basile Hai cercato i poveri Per vivere la fame, i lebbrosi per vivere il dolore, i bambini abbandonati e di carezze tutti li hai nutriti. Dal verbo di Dio ne hai fatto il tuo vanto, hai usato il sorriso per cancellare il pianto dagli occhi di chi ha vissuto un momento e poi solo ha rimpianto d’aver visto tracce di pace. Di te hai lasciato Un ricordo beato. Il componimento è formato da una strofa di 19 versi liberi, cioè esenti da schemi metrici. Per quanto riguarda il lessico, la poetessa ha scelto un linguaggio quotidiano ma essenziale, grazie al quale nel testo poetico si manifesta la capacità di svelare significati sempre più profondi, che ne costituisce gran parte dell’emozione. È una delle poesie più belle, toccanti e realistiche che io abbia mai letto. In questa poesia la poetessa mette in risalto i valori di una “Donna”, Madre Teresa Di Calcutta la quale ha dedicato la sua vita ai poveri, agli ammalati e a coloro che erano esclusi, una vita dedicata all’amore verso il prossimo, un progetto divino. <>, è così che Anna Maria Basile, la poetessa mette in risalto la volontà della Santa di aiutare i poveri ed i lebbrosi, condividendo la loro stessa natura. <>, si evidenzia la fede di Madre Teresa di Calcutta,con la quale agiva e risolveva i problemi. <<…hai usato il sorriso // per cancellare il pianto…>>, questi sono i versi che rendono la poesia emozionante. La medicina di Madre teresa al pianto non erano dei farmaci ma semplici sorrisi…i sorrisi con i quali noi tutti oggi la ricordiamo. <>, così Anna Maria Basile conclude la poesia.

Recensione de "I Malavoglia" – Giovanni Verga

I Malavoglia – Giovanni Verga Titolo I Malavoglia è il titolo del romanzo più conosciuto dello scrittore siciliano Giovanni Verga, pubblicato a Milano dall'editore Treves nel 1881. Trama Il romanzo "I Malavoglia" è un’opera che può considerarsi senza dubbio moderna per lo stile dell’autore. La trama è tutta nel succedersi di avvenimenti disastrosi che si abbattono, senza possibilità di essere evitati, sulla famiglia patriarcale di “padron’Ntoni”. Nella narrazione, Verga resta legato alla realtà, di cui cerca a volte di farsi giudice, riconoscendo nella cattiva sorte la responsabile dello sconvolgimento della vita di ogni singolo componente della famiglia. Verga, nella prefazione del libro, parla proprio della rottura di un equilibrio dato dalla tradizione immobile e abitudinaria di una famiglia semplice a causa dell’irrompere della fiumana del progresso. Quando il giovane ‘Ntoni lascia il focolare domestico perché disgustato dalle condizioni estreme di un’esistenza il cui peso non riesce a sopportare, getta l’intera famiglia nel tormento, lasciando la sensazione che valori come la casa, la famiglia, l’onestà e l’onore, da sempre perseguiti, non abbiano più ragion d’esistere. Quella de “I Malavoglia” è una realtà pessimistica, da cui Verga non tenta di distaccarsi. L’immagine della realtà mostrata dal romanzo è tale indipendentemente dal modo di esaminare gli avvenimenti e di pensare dell’autore. Il linguaggio dell’autore è quello dei personaggi che descrive, senza sovrapporre il suo pensiero da letterato al loro. E’ qui la potenza di questo romanzo verista, nell’autenticità dei personaggi, tale che, se essi esistessero davvero, non avrebbero potuto esser diversi da come son stati descritti. A volte credo che sia un peccato che questo libro si debba leggere a scuola, perché è difficile apprezzare il valore di una lettura quando essa è imposta. Ed è triste pensare che un capolavoro come i Malavoglia sia incompreso o ignorato o maltrattato da giovani menti solo perché viene assegnato come compito a casa. Sintesi Il romanzo narra le vicende della famiglia Toscano, detta i Malavoglia, che abita il piccolo paese di Acitrezza da diverse generazioni. Il nucleo familiare di tipo patriarcale è composto, prima dal nonno, Padron ‘Ntoni, poi dal figlio Bastianazzo e dalla moglie Maruzza, detta la Longa ed infine dai nipoti: ‘Ntoni, Luca, Mena, Alessi e Lia. Le uniche ricchezze della famiglia sono, la “casa del nespolo” , da loro abitata, e la barca chiamata “Provvidenza”, unica fonte di reddito. Le disgrazie dei Malavoglia, cominciano con la partenza alle armi di ‘Ntoni, che determina la mancanza di due forti braccia per il lavoro della “Provvidenza” . Per colmare le difficoltà economiche, Padron ‘Ntoni si convince ad acquistare a credito un carico di lupini che, mediante la Provvidenza, deve far giungere a Riposto. Ma, a causa di una violenta tempesta, la Provvidenza naufraga, va perduto il carico di lupini e con esso anche la vita di Bastianazzo. La famiglia Malavoglia è sconvolta dal dolore, ma non si rassegna e per far fronte al debito dei lupini decide di lavorare per Padron Cipolla. Dopo il rientro di ‘Ntoni, questa volta è Luca a intraprendere il servizio di leva, ma con risvolti tragici, poiché morirà nella battaglia di Lissa. La famiglia è di nuovo in ginocchio , anche perché gli viene sottratta a causa dei debiti la casa del nespolo e per porre rimedio alle precarie condizioni economiche, è costretta a vendere la barca, da poco pronta per il mare. Nonostante il dolore enorme di Padron ‘Ntoni, è ‘Ntoni ad incrementarlo ancora di più. Egli, infatti, mira a ben altra vita da quella che per lui, invece, riserva la tradizione di famiglia. Ma le sue ambizioni vengono presto vanificate , poiché frequentando cattive compagnie si da al contrabbando e finisce in galera ed in più sua madre, Maruzza la Longa, muore di colera. Ma le disgrazie dei Malavoglia non sono ancora giunte al termine, infatti Lia, travolta da uno scandalo, fugge di casa e finisce col diventare una prostituta. Anche Mena a causa delle vicende familiari è costretta a rinunciare al matrimonio con l’amato “compare” Alfio. Infine l’agonia della famiglia Trizzota termina con la morte per malattia di Padron ‘Ntoni. Sarà Alessi a riscattare la casa del nespolo, gesto che non servirà a nulla poiché la famiglia Malavoglia è ormai distrutta. Temi I temi principali sono gli affetti familiari e le prime irrequietudini per il benessere (cfr. Prefazione). Come anticipato nella novella Fantasticheria, emerge il cosiddetto ideale dell'ostrica: i personaggi che, tentando di migliorare le proprie condizioni economiche, combattendo una continua lotta per la sopravvivenza (darwinismo sociale), si allontanano dal modello di vita consueto e finiscono male (come 'Ntoni e Lia). Soltanto quelli che si adattano alla loro condizione possono salvarsi (è il caso di Alessi e di Mena) Personaggi e caratteristiche Padron 'Ntoni: è il capostipite della famiglia. Si esprime spesso attraverso proverbi e vecchi detti. Secondo lui "Gli uomini sono come le dita di una mano:il dito grosso fa da dito grosso e il dito piccolo fa da dito piccolo"; Zio Crocifisso: detto anche "Campana di legno", è l' usuraio del paese, vecchio e avaro, protagonista di "negozi" e proprietario di barche e case. È zio della Vespa, con la quale si sposerà non per amore, ma per appropriarsi della sua chiusa; Compare Agostino Piedipapera: sensale di pochi scrupoli, zoppo, immischiato nella vicenda del contrabbando. Si rende responsabile, assieme allo zio Crocifisso, della rovina economica dei Malavoglia, fingendo di acquistare il credito che Padron 'Ntoni deve al vecchio usuraio e poter così far uscire la famiglia dalla casa del nespolo; La Locca: sorella dello zio Crocifisso, vedova, è una vecchia demente e fuori di senno, che vaga perennemente per il paese alla ricerca del figlio Menico, morto in mare sulla Provvidenza assieme a Bastianazzo ed al carico di lupini; Alfio Mosca: onesto lavoratore, possiede un asino ed (in seguito) un mulo, ed ha la sua ambizione lavorativa. Si innamora di Mena, che ricambia, ma i due non possono sposarsi perché Alfio è povero, e per convenienza Mena tenterà invece il matrimonio con Brasi Cipolla; Luca: secondogenito di Bastianazzo e la Longa, è più responsabile di 'Ntoni e degli altri fratelli. Ambientazione nei luoghi L'ambientazione è molto importante per lo svolgersi della vicenda: infatti, quello che fa da sfondo al racconto è un paese con attività agricole o marittime di scarsa entità, volte alla sopravvivenza più che all'arricchimento dei privati che le praticano, in linea con un sistema economico arretrato ed antitetico ai precetti borghesi. Il mondo ad Aci Trezza non cambia, e non cambierà nonostante le vicende dei Malavoglia. Ambientazione nel tempo La storia venne ambientata dal 1863 al 1878 circa, però la prima pubblicazione vi fu nel 1881. La visione pessimistica Il primo è il senex, il galantuomo, custode della saggezza; si ricordino, a tal proposito, i tantissimi proverbi sciorinati in ogni momento. È possibile ipotizzare che l'autore, attraverso queste manifestazioni della cultura del popolo, esprima il proprio giudizio e le proprie opinioni: egli comunica con il lettore attraverso i detti e le sentenze. La seconda, la barca, è la fonte di guadagno, simbolo della vita: in essa sono racchiuse le speranze di una buona pesca. Lo stile Nello stile di Verga bisogna ricordare la frequenza dei dialoghi. Mescolando il discorso diretto, quello indiretto e il discorso indiretto libero, il Verga assume nella lingua italiana modi tipici del parlato siciliano, avvicinandovisi con intenti veristi. Questo stile narrativo ci permette di identificare i personaggi del romanzo come esseri inseparabili dal proprio paese e dalla propria casa. Contemporaneamente, la coralità del parlato permette allo scrittore di non comparire mai in primo piano con i propri giudizi, lasciando campo libero alle interpretazioni proprie del lettore, posto di fronte ad un fatto oggettivo. Autore Giovanni Carmelo Verga (Catania, 2 settembre 1840 – Catania, 27 gennaio 1922) è stato uno scrittore e drammaturgo italiano, considerato il maggior esponente della corrente letteraria del verismo. Giovanni Carmelo Verga nacque il 2 settembre 1840 da una famiglia di piccoli proprietari terrieri: fu registrato all'anagrafe di Catania. Il padre, Giovanni Battista Catalano, era di Vizzini, dove la famiglia Verga aveva delle proprietà, e discendeva dal ramo cadetto di una famiglia alla quale appartenevano i baroni di Fontanabianca; la madre si chiamava Caterina Di Mauro e apparteneva ad una famiglia borghese di Catania. Il nonno di Giovanni, come testimonia il De Roberto[2] in un articolo raccolto, insieme a molti altri, in un volume a cura di Carmelo Musumarra, era stato carbonaro e, nel 1812, eletto deputato per Vizzini al primo Parlamento Siciliano. La lingua Verga, anche nella lingua, perseguì un'aderenza assai rigorosa ai personaggi e all'ambiente utilizzando il discorso indiretto libero che rendeva bene la tecnica dello straniamento che l'autore usava. Inoltre, Verga fa ampio uso di termini ed espressioni dialettali, persino volgari, per mantenere una forte corrispondenza con il mondo reale. Il discorso indiretto libero La narrazione è dominata da una prosa "parlata", intessuta di dialoghi, apparentemente incolore, nella quale si avverte la cadenza dialettale e che fa uso del discorso indiretto libero. L'uso dei proverbi L'uso del proverbi, con la sua suggestione di saggezza arcaica, ha la funzione di evocare un mondo mitico ormai morente, edificato e cristallizzato al di là del tempo, ricco di valori e tradizioni, ma anche di pregiudizi e meschinità. Alla stessa finalità risponde la concatenazione di periodi e capitoli mediante la ripetizione di un termine o di un'espressione, oppure certe formule che individuano i caratteri salienti di un personaggio e che sono espressione di luoghi comuni, fortemente radicati nella mentalità popolare. Poetica e tecnica narrativa La poetica di Verga esprime un grande pessimismo, che unisce l'impossibilità dell'elevazione del proprio essere, con quella di tipo economico o sociale: lo troviamo nei Malavoglia, dove la famiglia che vuole elevarsi economicamente finisce letteralmente per disintegrarsi, e in tutte le sue altre opere. Alla base del pessimismo di Verga sta la profonda convinzione che la società moderna sia dominata dal meccanismo della lotta per la vita. Alla fine, Verga ci vuol fare capire che non dobbiamo mai lasciare quello che abbiamo, perché andremmo incontro alla sconfitta: "mai lasciar la strada vecchia per quella nuova". Genere del Romanzo – Romanzo realista – La definizione di Romanzo Realista sta ad indicare un romanzo nel quale l’autore rappresenta la realtà a lui contemporanea. Racconta di personaggi vero-simili, su uno sfondo che viene descritto in modo organico, il quale influenza le caratteristiche psicologiche e i comportamenti dei personaggi. In Italia e in Francia, in questo genere prevale un narratore di tipo impersonale. Voto finale 9/10 Ho dato questo voto a prescindere dal fatto se l’opera mi sia piaciuto o meno, ma ho dato 9/10 per il semplice motivo che l’opera rispecchia in modo ottimale il genere a cui è destinata.

Recensione – I Promessi Esplosi

Recensione – I Promessi Esplosi Lo spettacolo filologico senza un filo logico. Casa produttrice Una produzione di Malguion srl Attori Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda, Fabio Vagnarelli. Fonte Uno spettacolo basato su "I Promessi Esplosi, il libro che fa definitivamente brillare il capolavoro manzoniano". Edizioni Pendragon. 2011 Tour manager Erika Ripamonti Distribuzione BaGS Entertainment Trama I Promessi Sposi in 10 minuti degli Oblivion è una breve opera comico-teatrale della durata, appunto, di soli dieci minuti che riassume il celebre romanzo I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. La particolarità di quest’opera teatrale è che la storia viene narrata in musica, modificando le parole di canzoni di grandi musicisti dei giorni nostri, soprattutto italiani. Il 21 gennaio 2011, con una versione ancora più breve della durata di soli 7 minuti, gli Oblivion fanno il loro esordio nella nota trasmissione comica televisiva Zelig, su Canale 5, condotto da Claudio Bisio e Paola Cortellesi. Il 23 aprile 2011 l'opera ritorna in televisione, stavolta nella sua forma completa in 10 minuti, su Rai Uno nel corso del concerto Uniti Nei Valori, organizzato dalla Polizia di Stato. Inizio del commento sulla storia “Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno…” con queste parole Alessandro Manzoni inaugura la leggendaria storia di Renzo e Lucia. Ma se Como in realtà fosse un comò con sopra tre civette? E se il buon Manzoni avesse nascosto nei meandri del romanzo una serie infinita di messaggi in codice? E cosa fanno insieme Don Rodrigo, Don Abbondio, Don Ferrante, Don Lurio e Don Namoderna? Ce lo spiegano gli Oblivion che, dopo aver invaso la rete con la parodia musicale “I Promessi Sposi in 10 minuti”, approfondiscono il loro studio letterario ne “I PROMESSI ESPLOSI” lo spettacolo filologico, senza un filo logico. In questo racconto surreale impariamo a decifrare gli sms partiti dal cellulare di Fra Cristoforo, scopriamo il menù del matrimonio che “non s’ha da fare” e la ricetta della Peste alla Milanese il tutto tra poesie, anagrammi, pubblicità e rivelazioni. Uno spettacolo cantato e recitato tra intrattenimento e divulgazione, un incrocio di linguaggi che fa brillare letteratura, musica, poesia e attualità in un gigantesco corto circuito e che conferisce una nuova e divertente vita ad uno dei Tomi più amati e temuti dagli studenti italiani. "I Promessi Esplosi" • Al centro della scena ci sono due cassepanche che vengono usate dagli Oblivion come sedute o per camminarci sopra, per aggiungere un po' di movimento alla superficie scenica. • Quando il personaggio di Lucia chiede alla madre Agnese della cioccolata (sulle note di Agnese di Ivan Graziani), le viene portato un barattolo di Nutella. • Durante i cori narrativi Fabio Vagnarelli tiene in mano una copia dei Promessi Sposi, come se stesse leggento le parole cantate e scegliendo quali parti del romanzo approfondire. • Durante la parte sulle note di Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles, Lucia beve da una borraccia, sputa in un secchio e si asciuga il volto con un asciugamano. • Durante il coro narrativo sulle note di Luci a San Siro di Roberto Vecchioni, alla parola "Secchioni", Davide Calabrese mostra al pubblico due grandi secchi, due "secchioni" appunto. Tecnica narrativa La storia de “I Promessi Sposi” ci viene raccontata in un breve musical comico dove i cinque attori interpretano vari personaggi, interpretando spesso più ruoli a testa. I personaggi cantano le canzoni di cantanti soprattutto italiani tra cui Mina, Vasco Rossi, Umberto Tozzi e tanti altri, rielaborando i testi per adattarli alla storia di Manzoni. Struttura Per “comprimere” l’opera in soli dieci minuti gli Oblivion hanno selezionato i momenti salienti e trovato divertenti escamotage per evitare alcuni momenti narrativi, come il capitolo sull’Azzeccagarbugli, che viene infatti liquidato in coro, perché inutile per lo svolgimento dei fatti. Lo spettacolo si divide in due parti: una prima che è lo spettacolo vero e proprio de “I Promessi Esplosi” in 10 minuti; la seconda parte in cui gli attori, sempre in chiave comica, hanno commentato la poetica di Manzoni. Scenografia Lo spettacolo è privo di una scenografia dettagliata e definita, ma questa viene improvvisata dagli attori che si spogliano e vestono di alcuni oggetti sul palco stesso. Il regista spiega alla fine del libro il perché lo spettacolo non abbia avuto una scenografia definita e fissa, in tutte le scene, dicendo che lo spettacolo doveva essere riportato nelle proprie scuole e che quindi doveva essere facile da interpretare. Oblivion Gli Oblivion sono un mimo-sputafuoco, un'urlatrice emiliana, un musicista medievale, una ballerina di tip tap, un norcino umbro. Gli Oblivion sono i cinque miracolati dalla banda larga, i cinque punti del governo del cantare, i cinque anelli delle obliviadi, i cinque gradi di separazione fra Tito Schipa e Fabri Fibra, i cinque madrigalisti post-moderni. Per anni hanno fatto Musical per amore del Musical e per mangiare col Musical. Sognavano di morire per amore e nel frattempo stavano morendo di fame. Gli Oblivion hanno un sacco di maestri fra cui il Quartetto Cetra, Rodolfo De Angelis, Giorgio Gaber, i Monty Python. In realtà non hanno mai incontrato nessuno di questi maestri i quali, sicuramente, negherebbero di conoscerli. Gli Oblivion giocano con la musica e il teatro. Sono un OGM che svaria tra nostalgia e modernità, tra giocoleria e cabaret, tra intrattenimento leggero e satira di costume, tra Bologna e Trieste, tra il dire e il fare, tra moglie e marito, tra virgolette, tra feltro e feltro, tra l'altro. Canzoni Parodizzate Le canzoni a cui sono state cambiate le parole per narrare il romanzo sono in ordine: • Ti amo di Umberto Tozzi • Brava! di Mina • Perché lo fai di Marco Masini • Un senso di Vasco Rossi • Porta Portese di Claudio Baglioni • Io Vagabondo dei Nomadi • Luci-ah di Lucio Battisti • Volare di Domenico Modugno • Agnese di Ivan Graziani • Lucy in the Sky with Diamonds dei Beatles • Luci a San Siro di Roberto Vecchioni • La Fisarmonica di Gianni Morandi • Che cosa c'è di Gino Paoli • Romeo tratto dal film della Disney Gli Aristogatti • Aggiungi un posto a tavola di Armando Trovajoli • I Watussi di Edoardo Vianello • Una lacrima sul viso di Bobby Solo • Caro amico ti scrivo di Lucio Dalla • Centro di gravità permanente di Franco Battiato • Vorrei incontrarti fra cent'anni di Ron • Gianna di Rino Gaetano Versione in sette minuti Il giorno 21 gennaio 2011 gli Oblivion hanno debuttato a Zelig, nell'edizione condotta da Claudio Bisio e Paola Cortellesi. La versione dell'opera portata in televisione ha avuto una durata di soli 7 minuti; per riuscir a comprimere ulteriormente ciò che era già un riassunto sono stati effettuati dei cambiamenti, in particolare sono stati tagliati i cori narrativi, alcune parti di canzoni e tutte le apparizioni del personaggio di

venerdì 10 agosto 2012

Cos'è il display retina?

In che cosa consiste il display retina? Consiste in un display di alta qualità con 4 volte i pixel di uno schermo di dimensioni identiche. La prima volta venne applicato su L'Iphone 4, in modo tale che su questo dispositivo si possano guardare video in alta qualita. Con un display normale, tenendolo ad un distanza di 25 - 30 cm, l'occhio umano non distingue più i pixel, invece con un display retina avendo un numero maggiore di pixel, questo non vengono più distinti dall'occhio umano ad una distanza minore, quindi l'immagine appare più limpida e chiara.

lunedì 16 gennaio 2012

Argomenti di cui parlare nei blog...

Per far diventare un blog popolare...
1) Bisogna scegliere un argomento base di cui parlare nei blog;
2) Parlare,per la maggior parte,nei vostri articoli dell'argomento base scelto;
3) Attribuire al blog: un titolo, uno slogan, ect..che sia parola chiave per quanto riguarda l'argomento scelto (un titolo che possa coincidere con le parole digitate su google per la ricerca);
4) Non copiare articoli da altri blog, perché cosí facendo il vostro blog verrà messo in una posizione lontana dalla prima (verso le ultime pagine di ricerca).